E’ appena uscita dal mio ufficio una signora, avrà avuto
almeno 78 anni. Vestita non dico di stracci, ma quasi. Aveva con sé un sorriso
sincero che nascondeva a fatica la sdentata dentiera e mostrava da sotto la
cuffia di lana due occhi rotondi e vispi.
Quando le ho chiesto di cosa avesse bisogno, mi ha messo
davanti una specie di cartoncino plastificato sul quale c’era scritto che era
una sordomuta sola e chiedeva di comprare alla cifra di pochi euro una specie
di “dizionario” dei segni che aveva fatto lei e che, a prima vista, sembrava
anche chiaro e semplice da usare.
Con questo sorriso sulla faccia aspettava che le facessi
capire se sarebbe stata mia intenzione comprarlo o no. Nel momento in cui le ho
fatto capire che non mi serviva quel dizionario perché non avevo nessuna
necessità di conoscere il linguaggio dei segni, ma che ero comunque disposto a
darle quei pochi euro quantomeno perché si potesse permettere un pasto, mi ha
fatto subito capire che non li voleva; sempre sorridendo, mi ha fatto capire
che non era lì per chiedere l’elemosina, ma per aiutare qualche sordomuto come
lei ad essere capito da tutti.
Detto questo mi ha mandato un bacio con la mano e se ne è
andata sorridente.
Non è questa la qualità di vita che tutti ci auguriamo?
Vi prego di analizzare la situazione in tutta la sua
globalità.
Dico solo che le persone inaspettatamente ti sorprendono sempre e portano con sè una lezione da aprrendere :-)
RispondiEliminaUn saluto