Dialogo fra blogger: Io e Ste'

 
E' con piacere che ho deciso di pubblicare questa pagina che sul mio blog non è mai apparsa.
E' nata per un gentile regalo Carola in un giorno di Aprile. Fino ad oggi ne abbiamo fatta di strada ed è proprio per quello che, rileggendo, sento il bisogno di pubblicarla anche io quasi come fossi consapevole soltanto ora di quanto detto allora.
Lascio a chi volesse leggere.
E questo è il link originale del blog di Carolina Verzeletti http://narraredime.blogspot.it/2013/04/dialogo-fra-blogger-io-e-ste.html
 
 
 
 
Io e Ste’
                                             Quando scrivere diventa comunicazione e condivisione

“La scrittura è sempre relazione.Ci sono persone che sanno che non diventeranno mai romanzieri e nemmeno lo vogliono,ma desiderano una proiezione più ampia;e questo è un bisogno insito nello scrivere che è un fatto razionale.Anche la scrittura privata si deve per forza porre in una scena più ampia di quella che prevede l’io e la carta o il computer: deve trovare un ascoltatore” da Amata scrittura di Dacia Maraini

Prefazione
Mi sono un po’ divertita a dare un tono professionale, con titolo,sottotitolo e prefazione, a questo post. Mi sono divertita a crearlo un po’ come se fosse un’ unica pagina di un libro,libro  in realtà composto da molte altre pagine invisibili.
L’invisibile è la comunicazione, la condivisione, l’aprirsi verso l’esterno e la grande fortuna è di trovare un attento ascoltatore.
Si parte scrivendo per una necessità del proprio io o sé(come si preferisce definirlo), si pensa il più delle volte di farlo solo per se stessi,ma al primo accenno di un “ascoltatore” si comprende che alla fine si è “parlato” rimanendo in attesa di un eco, in attesa che qualcuno  pescando,
fra le maglie della sua rete  possa trovare  imbrigliate le tue parole, di questo qualcuno che con interesse sensibile o per sola curiosità si preda  la briga con pazienza di sbrogliare  le tue parole dalla matassa della rete e ne ricomponga il senso: svelando,scoprendo e comunicando col  tuo essere.
Le 5 C del mio blog

Ciao Carola,perdona se ti disturbo sulla tua mail personale, ma ho letto il tuo post bio "mio"grafia 2.
Non ti scrivo un commento sul blog perché ho bisogno di qualche riga in più,in realtà non ti scrivo neanche un commento perché non c'è nulla da commentare sulla vita di una persona.
Perché ti scrivo? Non lo so, o forse, lo so ma non mi rendo conto. E' come se avessi bisogno di dire la mia.
Le cose vanno così e oggi non possiamo fare altro che prenderle come sono. Ci troviamo soltanto in alcuni momenti a dirci che se avessimo fatto o se avessimo detto chissà ora dove saremmo...ma sappiamo benissimo in cuor nostro che la situazione di oggi è quella che in fondo abbiamo voluto anche noi.
Ognuno di noi ha la sua storia fatta di bello e di meno bello (brutto non mi piace perché non identifica qualcosa che comunque ha contribuito a renderci ciò che siamo) e ognuno ha le sue cose da raccontare, e considero davvero coraggioso chi ha la capacità di condividere la propria vita con tutti (in fondo chiunque può leggere dal tuo blog ciò che decidi di scrivere) mettendo a nudo il proprio sé.
 

Ciao Stefano, grazie della tua email,mi ha fatto molto piacere.
Ho avuto tanti blog aperti e cancellati, blog in cui trattavo di argomenti diversi,mai così tanto sul personale, fino a  alcuni mesi fa non andavo nemmeno alla ricerca di blog personali, avendone letti alcuni che trovavo davvero molto stupidi e pieni delle solite cose trite e ritrite, ma qualcosa ad un certo punto in me è cambiato, ho cancellato i miei vecchi blog, ho scremato gli argomenti che avrei voluto trattare e soprattutto un argomento che mi sta a cuore ho deciso di viverlo solo nel privato, mi sono detta scriviamo di me, mettiamo questa mia vita apparentemente banale e anonima, come scrivi tu, su un foglio bianco e vediamo cosa succede,l'ho fatto anche un po' incitata da un vecchio libro,in cui l'autrice sostiene che nulla è veramente banale e anonimo se lo vivi con poesia, l'ho fatto e in cambio ne ho ricevuto un immensa sorpresa, la gente commentava e partecipava che si trattasse dal descrivere un giorno di pioggia o qualcosa di più profondo, a quel punto ho sentito di dover fare un'altra cosa, mettermi alla ricerca di blog personali e tuffarmi nella vita delle persone, e sorpresa cerca cerca fra i tanti blog copia incolla o frivoli ne trovo tanti belli,veri,sinceri, autentici e leggo di gente che si mette a nudo, allora capisco che devo fare un ulteriore passo, iniziare a commentare, cosa che spesso evitavo per diverse ragioni, ed ecco che un’ altra dimensione si apre, rispondono ai miei commenti, ci confrontiamo, ci cozziamo o ci
troviamo in accordo, ma ho visto la comunicazione verso l'esterno crescere, da me a loro,da loro a me. 

Stefano: Apprezzo il coraggio, ma ancora di più la consapevolezza. Chi si racconta con lucidità è una persona che ha vissuto, metabolizzato, digerito e riflettuto. Aver soltanto masticato un po' non basta. Per crescere bisogna fare esperienza di ciò che succede. E questo è un passaggio complicato, lungo o breve quanto serve per farne dell'utile, ma pieno di soddisfazioni perché tutto ciò che accade ci dà quella capacità di presentarci davanti a chiunque chiedendo il conto, mai con la paura di dover dare qualcosa.
Fino ad oggi ho fatto tutto quello che dovevo (ma dovevo non perché mi è stato imposto, perché si è presentato davanti ai piedi e mi ostacolava in un certo senso) e sono felice.
Come un nonno sulla sedia a dondolo ascolto tutto  ciò che  arriva fino a me e  chi  ha voglia, o per necessità o per desiderio0 di raccontarmi di sé, alle volte vivo soltanto in ascolto di quello che vedo fuori dalla mia finestra o altre volte salto fuori andando alla ricerca di quello che mi manca.
Non saprei definire la mia vita, anzi, se posso non voglio neanche provarci.
Quello che faccio è limitarmi, ogni tanto, a prendere nota di qualcosa. Questo mi rende felice. 
 

Carola:Fai bene a non voler definire la tua vita, le definizioni sono sempre abiti troppo stretti, il solo fatto che sia "vita" include già tutto quello che ci deve essere.

Stefano:La mia storia personale è un sali-scendi di avvenimenti come molte vite abbastanza anonime, con decisioni prese consapevolmente ed altre un po' azzardate. Fermandomi a guardare ciò che è successo avrei molto da dire, ma visto che tutto ciò che posso modificare è ciò che deve ancora succedere cerco di concentrarmi su quello che sto facendo per far sì che quello che succederà risponda almeno minimamente ad un idea di fondo che mi sono posto (con tutte le variabili del caso ovviamente).
 

Carola: togli dal tuo vocabolario quella brutta parola"anonima" non lo è mai davvero anonima, prova a buttare giù su un foglio due episodi che ti capitano durante la giornata,alla rinfusa,così come vengono, rileggili e prova a metterli giù sotto forma di racconto o poesia e ti renderai conto che non sono per nulla scontati,tutt'altro.

Stefano:Quello che nella mia testa deve succedere non è altro che un disegno a matita, che modifico pian piano cercando di fare attenzione a quello che sto vivendo, non si tratta di un disegno preciso, ma di un soggetto non ben definito. Se sarà un cielo non so se ci saranno disegnate delle rondini in volo o delle nuvole cariche di pioggia, ma so per certo che alla fine.sarà un bel disegno, dai contorni definiti e dai colori carichi. E' questo ciò che mi interessa. Chi guarderà questo disegno saprà per certo di cosa si tratta e potrà farsi un'idea di quello che è stato.
Carola:Ti ringrazio per la tua condivisione,ma soprattutto per avere sentito di volermi dire "un qualcosa", in questo tempo di austerity e di crisi almeno per  quel che mi riguarda ciò che davvero più sento che mi manca è la condivisione, un condivisione nero su bianco,senza compromessi, senza bisogno di essere diversa, una condivisione che lascia spazio ad ognuno di essere così com'è, senza sforzo e soprattutto senza il timore d'essere sempre giudicati,e ancor di più d’imparare  ad accettare chiunque, non per  similitudine a me  ma bensì per la sua diversità da me,sebbene poi alla fine scavando e scavando siamo più simili di quel che non si creda,salvo alcuni casi dove certi atteggiamenti e idee sono davvero troppo irritanti  da tollerare e lontani dal mio essere, e il mio limite umano non mi consente di comprendere così vi possa essere dietro a tali comportamenti.

Con la gentile collaborazione e concessione dei brani tratti dalla “email” di Stefano Iovino
Il suo blog  Esistenza
Note:
Immagine di Patrizia Pisano 

Nessun commento:

Posta un commento