domenica 1 gennaio 2017

Reindirizzo1

Ciao a tutti! E' con molto piacere che comunico che è iniziata la procedura di spostamento della mia attività!

Ecco il link del primo post del nuovo blog di cui ho parlato in questi giorni.


Come anticipato questi sono gli ultimi due mesi di attività di questo blog e quello sopra è il link da cui partirà tutto.

Che dire, a mercoledì allora per il prossimo post.

consulenza.orientamente@gmail.com

mercoledì 28 dicembre 2016

nuova partenza

Buongiorno a tutti,
ecco, come promesso, gli ultimi aggiornamenti.

Dico che sono gli ultimi perchè, dopo oggi, questo blog cesserà di esistere per lasciare il posto a quello che posso definire finalmente il mio nuovo progetto, la mia nuova partenza.

Questo è il link del nuovo blog che è già attivo (verrà pubblicato il primo post in data 01/01/2017 ed i giorni di pubblicazione saranno due: Lunedì e Domenica. Ecco il link.


Con questo riparto con una nuova organizzazione e con rinnovate speranze.

C'è un libro, come avevo già scritto in precedenza, che potrete rintracciare dalla nuova pagina "pubblicazioni" del blog di ORIENTAMENTE che è la mia nuova partenza e ci sono mille altre idee di cui vi terrò aggiornati.

Il blog raccontacelo sarà attivo ancora fino alla fine di febbraio e dal 01 Marzo cesserà di esistere.

Ricordo a tutti anche il nuovo indirizzo di posta elettronica:


che vi invito ad usare da subito per scrivere e proporre idee, per commentare o semplicemente per dire qualcosa che vi passa per la mente.
Riceverete una risposta al più presto.

Vi ringrazio per tutto e vi aspetto.

Stefano

venerdì 9 dicembre 2016

grandi novità

Buongiorno a tutti,
come state? Mi siete mancati un sacco e devo chiedervi subito scusa per quest'assenza molto lunga, ma ho grosse novità in piedi per il 2017.

Il post di oggi non è di quelli che siete abituati a leggere su questo blog, ma è di presentazione di una nuova attività.

In questo periodo di condivisione con voi ho voluto approfondire maggiormente molti aspetti e vi annuncio che è nato un libro! Ovviamente provocatorio come me!
qui sotto i due indirizzi per raggiungere il testo cartaceo:


oppure l'e-book:

http://www.lulu.com/content/e-book/il-viaggio-per-la-felicita%e2%80%99-%e2%80%9cuna-storia-pi%c3%b9-o-meno-semplice%e2%80%9d/20126110


Volevo anche dirvi che questo blog sarà chiuso per lasciare spazio ad un altro luogo informatico che lo sostituirà e di cui sarò sempre l'amministratore, ma che sarà governato dalle stesse regole che siete ormai abituati a conoscere.
Tutto questo succederà nel 2017, ma verrete avvisati ovviamente e sarete traghettati verso la nuova pagina che spero diventi ancora più interattiva.
Verranno presentati sicuramente altri libri e sarete messi a conoscenza su incontri dal vivo che ho intenzione di organizzare per conoscervi davvero.

Potete già da subito utilizzare il mio nuovo contatto mail che è consulenza.orientamente@gmail.com che è già attivo ed in affiancamento a raccontacelo@gmail.com che sta funzionando ancora a pieno regime e che porterà a termine la sua attività nei primi mesi del nuovo anno appena saremo pronti con la nuova interfaccia!

Ciò che sta per nascere si chiamerà "ORIENTAMENTE" e sarà l'evoluzione di quanto fatto fino ad ora. Sarà la concretizzazione del mio lavorare nel mondo delle risorse umane, ma con un occhio attento all'orientamento personale, che è ben diverso da quello professionale e che riguarda la vita di tutti i giorni, in affiancamento alla nostra continua ricerca della felicità che abbiamo avuto modo di affrontare insieme in questo lungo periodo di confronto.

"ORIENTAMENTE" nasce con un libro che vuole raccontare un metodo, il mio metodo!

"ORIENTAMENTE" nasce da voi e da quello che siete stati capaci di insegnarmi.

"ORIENTAMENTE" nasce per voi.

A presto i prossimi aggiornamenti allora!

Grazie.


martedì 29 marzo 2016

infelicità

In questi giorni stavo pensando al fatto che, forse, l'essere infelici, è una condizione all'interno della quale noi ci caliamo e ci convinciamo che sia la normalità.
La cosa che mi lascia perplesso è che ci caliamo in una realtà che ci fa stare male per il semplice fatto che dobbiamo stare lì. Cioè, sappiamo perfettamente cosa ci rende felici, ma non lo facciamo perché abbiamo quasi paura che non potremo più stare male.

Quello che voglio dire è che è più semplice stare male, non c'è da fare nulla di particolare, mentre stare bene richiede un certo orientamento al raggiungimento di un obiettivo.

Andare alla deriva è più semplice perché ti ci portano le onde. Basta farsi portare. Seguire il vento per andare da qualche parte, invece, richiede idee chiare e conoscenza.

Quello che mi chiedo è: se tutto ciò è vero, perché?

raccontacelo@gmail.com

domenica 20 marzo 2016

approccio

Ho in mente una frase che dice: "la vita è uno specchio, ti sorride se tu le sorridi".
Ci pensavo in questi giorni e credo che sia una verità molto importante.

In effetti si tratta proprio di una questione di approccio e dipende tutto da come si vive la quotidianità e da quello che ci mettiamo dentro.
L'approccio è qualcosa di fondamentale e distingue un essere umano da un altro. E' come il tocco per un chitarrista, ognuno ha il suo ed è personalizzato.

Quello che mi trovo spesso davanti è qualcuno che vive convinto di fare qualcosa che invece non sta facendo e, quando si trova di fronte alla realtà di una situazione che prima o poi viene fuori, dà la colpa del proprio non riuscire alla vita che è difficile.

Tantissime persone sono nella convinzione di vivere quando invece stanno soltanto sopravvivendo.

Fare qualcosa di veramente fatto bene, di qualsiasi cosa si tratti, non è per nulla semplice o banale. E' come quando arriva la mail di SPAM che ti dice clicca qui e guadagnerai 4000€ al mese con un lavoro part-time. Non è possibile.

E' l'approccio che fa la differenza.

Strimpellare non è suonare. Chi suona può strimpellare, chi strimpella non può suonare. Ripetere un esercizio mille volte facendo attenzione alla tecnica, al suono, al tocco, al volume, alla fluidità ed a legare bene i suoni è ben diverso da fare due accordi per suonare la canzone del sole.

Suonare ed essere convinti di farlo sono due cose ben diverse.

raccontacelo@gmail.com

mercoledì 9 marzo 2016

tecnology

Ciao a tutti!
E' da un po' che non scrivo, è vero, ma aspettavo un'imbeccata che è arrivata puntuale. Sapevo che sarebbe stata solo questione di tempo.
Ringrazio e provo a rispondere alla domanda che mi è stata fatta e che riporto.

Questo post deve iniziare con questo quesito: "quanta positività o negatività ci offre o ci toglie la tecnologia?"

Come sapete non riesco a rispondere ad una domanda del genere senza fare il polemico, ma quando ho iniziato a scrivere su questo blog ho preso la decisione di seguire un orientamento preciso.
Io, prima di tutto, mi chiederei: "Ma siamo sicuri della correttezza della domanda?" mi spiego.

Facciamo un balzo a monte e cerchiamo di capire se i termini in gioco sono correttamente utilizzati.

Cos'è "tecnologia"? E mi riferisco alla classificazione più semplice della parola.
A me verrebbe da dire che "tecnologia" indica una serie di strumenti che abbiamo a disposizione.

Allora "tecnologia" è il soggetto o l'oggetto della frase?

Se "tecnologia" non fosse il soggetto come espresso nella domanda sopra e fosse invece l'oggetto quale sarebbe la domanda corretta? E chi sarebbe il soggetto a questo punto?

Vediamo se riesco a scrivere una domanda diversa:

"Utilizziamo la tecnologia per avere più positività o più negatività?"

Scusate se mi prendo la briga di stravolgere il senso della richiesta, ma vorrei esprimere un pensiero chiaro che, secondo me, è fondamentale.
Noi siamo gli artefici di quanto di bello o di meno bello ci succede.

La tecnologia è uno strumento e, come tale, non è in grado di darci né positività, né negatività. Noi possiamo però utilizzarlo per ricavarne qualcosa di buono o meno buono.
Facciamo degli esempi però.
Un coltello affilato è uno strumento che, se usato per tagliare il salame, porta con sé positività, ma se, per errore, ci tagliamo le dita non dobbiamo dargli la colpa, ma chiederci come lo abbiamo usato.

Quello che mi preme è che cambiamo il punto di vista ed impariamo a prendere in considerazione tutto l'insieme delle cose.
La tecnologia può diventare sì il soggetto della nostra domanda, ma deve comunque essere chiaro il ruolo che abbiamo noi quando la utilizziamo, perché rimarrà sempre uno strumento.
Come strumento è qualcosa di fondamentale a mio avviso al punto che non possiamo più farne a meno, ma può certamente essere un'arma a doppio taglio da imparare ad usare.
Io non so rispondere a questa domanda, lo ammetto, ma so che bisogna necessariamente fare attenzione a come ci rapportiamo con lei perchè, come entità complessa, va gestita a dovere.

"Tecnologia" è un insieme di equilibri che vanno curati, è un libro di cui bisogna conoscere molto bene l'indice per sapere dove andare a cercare ciò che ci serve e trasformarlo in tutta la positività di cui abbiamo bisogno.
"Tecnologia", però, è anche una portatrice sana di negatività dalla quale dobbiamo guardarci bene.

Dico portatrice sana perché, in quanto strumento, ha necessariamente un lato negativo e pericoloso, ma sappiamo bene che anche il coltello affilato di cui sopra ce l'ha.

La discriminante rimane solo e soltanto una: noi.

raccontacelo@gmail.com

domenica 11 ottobre 2015

questione di equilibri

Stavo pensando che molti parlano di equilibri nelle relazioni e pensavo anche a quanto è difficile mantenerli.

Non voglio parlare di relazioni sentimentali perché quelle fanno parte di un capitolo a sé, ma delle normali relazioni che regolano i rapporti umani.

Dal primo momento che incontriamo una persona non facciamo altro che cercare di entrare in relazione con lei e cerchiamo di capire da quale parte poterla approcciare e come fare per fare una buona impressione in modo che questa si sciolga e lasci andare i freni che la diffidenza porta naturalmente a tirare.

Quello che mi chiedo è: quanto c'è di normale in questa situazione? Per conoscersi bisogna prima di tutto studiarsi come pugili su un ring.
Passiamo momenti a capire chi abbiamo di fronte ed, allo stesso tempo, cerchiamo di fornire la nostra parte migliore per fare a nostra volta una buona impressione.

Quando arriviamo al contatto abbiamo già studiato l'intensità della stretta di mano per non sembrare né troppo forti, ma neanche troppo deboli!

Sfoggiamo il nostro sorriso migliore ed immediatamente parte il confronto.

Da qui inizia la fase nella quale cerchiamo di capire in quale cerchia di conoscenze possiamo inserire la persona che abbiamo di fronte per individuare il canale che utilizzeremo per rapportarci. Cercheremo di capire se mantenere il "lei", se indosseremo sempre una cravatta quando l'avremo di fronte o se basta una T-shirt, quali argomenti ed idee condividere ed, addirittura, se dovremo far finta che le sue idee siano anche le nostre.

Individuato il genere di rapporto dovremo capire se mantenerlo statico, farlo crescere ed evolvere o puntare alla chiusura e dovremo essere pronti a riconoscere cosa l'altro vuole a sua volta fare! Già questa situazione non è delle più semplici in più se uno dei due vuole approfondire e l'altro chiudere diventa tutto ancora più complicato!

Data la direzione dovremo essere pronti a valutare gli errori, a dare e chiedere spiegazioni, a versare lacrime e fare risate, a litigare e fare pace, a prendersi e lasciarsi, insomma..dove sta l'equilibrio che lottiamo per trovare in una relazione?

A me sembra che tutto questo sia solo un continuo sbattere da una parte all'altra, più che un cercare un equilibrio.

Che fare?

raccontacelo@gmail.com