mercoledì 26 giugno 2013

difficoltà

Non voglio pubblicare nessuna riflessione questa volta. Neanche stimolare pensiero.
Ho bisogno soltanto di condividere.
Sto facendo fatica. E' un periodo in cui faccio fatica e mi chiedo come mai. Ma non so rispondere.
Rimango sempre felice, ma con una fatica davvereo importante. Non mi sento abbattuto, ma è come se stessi facendo qualcosa con il freno a mano tirato.
Non capisco, forse non è necesario.
Mi chiedo, forse inutilmente.

Mi rendo conto che forse dovrei soltanto vivere come tutti i giorni, ma è come se non ci riuscissi.
Ripeto, non mi sento né triste, né depresso, solo un sacco affaticato. Ma affaticato nello spirito oltre che nel corpo.

E' una sensazione che non provavo da davvero tantissimo tempo e che non mi ricordavo neanche come fosse. Riesco per fortuna a viverla meglio, ma in modo comunque impegnativo.
Vado avanti per forza, è quello che non posso e non devo non fare.
Ho iniziato un lungo percorso che non prevede soste e non contempla il poter tornare indietro.

Vado avanti come al solito anche se più lentamente.
Vado avanti come al solito, con le persone che mi stanno vicino.
Vado avanti da solo, perché molte cose vanno fatte da soli.
Vado avanti. Punto.

raccontacelo@gmail.com

martedì 18 giugno 2013

vita e lavoro

Eccomi di ritorno dopo una lunga pausa di riposo. Era quello che ci voleva per ricaricare le batterie e ripartire al meglio.
Nonostante tutto ho avuto molti spunti di riflessione in questo periodo e quello che vorrei mettere sul tavolo oggi mi fa pensare a chi abbia davvero ragione tra chi lavora per vivere e chi vive per lavorare. E’ uno di quegli eterni dubbi che rimarranno probabilmente irrisolti nel tempo, ma che ogni tanto mi piace affrontare per scoprire magari qualcosa di nuovo.
Io, da sempre, sono stato sostenitore del lavorare per vivere, perché credo esistano un sacco di cose che si possono fare al di là del lavoro che deve essere lo stimolo per andare avanti, ma dall’altra parte, senza un lavoro è anche difficile riuscire a vivere bene. Insomma..mi trovo a lavorare per vivere, mentre vivo per lavorare..dicendo questo mi viene in mente una simpatica fotografia di un muro con graffito che riportava la scritta “lavoro per comprare la macchina per andare al lavoro”.
Come tutto ciò che viene pubblicato su questo blog, non si vuole dare nessun parere o opinione personale, ma semplicemente stimolare il ragionamento.

mercoledì 5 giugno 2013

domanda

Da una citazione: "Posso chiederti quanta fatica stai facendo? Si vede tutta..basta guardarti un secondo negli occhi. Sembrava quasi che ridessi per non piangere..alcune volte ti fissavo, ma non per chissà quale motivo, perché non potevo non guardare lo sguardo grigio che accompagnava un’espressione abbastanza vaga e lontana.
Tu, con me, hai vinto un rompipalle…sappilo…e ho intenzione di dirti tutto quello che non mi torna (spero tu voglia fare lo stesso).
Capisci come usare il tuo spazio personale, è il momento!
Ti voglio dare un suggerimento.
Immagina di voler rendere “bella” una casa vecchia e piena di cose. Il primo passaggio da fare è svuotarla per renderti conto di quanto è grande per trovare il modo migliore di sistemarla. Ma è piena di cose! Se le sposti da un lato all’altro non fai altro che stancarti ed averle lì sempre tra i piedi. Hai bisogno di una stanza dove poterti mettere con tutta la tranquillità ad aprire scatoloni e guardare cosa c’è dentro. Fatto questo puoi decidere cosa tenere e cosa scartare.
Il senso di quello che ti ho detto qualche tempo fa è che non potrai buttare via nulla di quello che non ti serve, sarebbe troppo semplice, ma puoi togliere da dentro tutto e depositarlo in un posto dove rimarrà. Hai un posto dove fare ordine. Da lì, prendi man mano quello che ti serve e portalo dov’era. Quello che avanza lascialo lì. Nessuno lo butterà, ma essendo un posto tuo ogni tanto dovrai tornare per metterci qualcos’altro che non serve per riscoprire, magari, qualcosa che avevi lasciato lì e che è diventato utile.
Questo è l’unico modo che penso aiuti davvero..sia me, perché ormai ho preso un impegno e sono il “guardiano” di quel luogo, ma anche te perché, ormai, le scelte vanno fatte (con la giusta urgenza ovviamente).
Non voglio sapere le tue cose, non devi dirmi nulla. Devi solo fare quello che senti, io mi renderò conto e ti farò da specchio. Da me potrai capire come stanno andando le cose, perché rifletterò il tuo sguardo. Se sarai felice, ma felice davvero, io lo sarò con te…ma anche al contrario…
Perché faccio questo?
Non lo so. Non ti conosco da molto e ti ho vista poche volte, ma sento di condividere con te come una parte di vita passata. Non sono una specie di samaritano, sto solo imparando a volere bene."
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