martedì 27 maggio 2014

imparare


In questo periodo ho avuto modo di pensare molto ad un sacco di cose.
Ho, però, dedicato una buona parte di temo a ragionare sulla modalità che abbiamo di imparare e sono rimasto sorpreso da come portiamo a termine questo procedimento.
Esistono moltissimi modi per imparare qualcosa, qualcuno migliore di qualcun altro, qualcuno più veloce di qualcun altro, ma comunque tutti utili. Tutti partono da un condizionamento che ci mette di fronte ad una novità e, da lì, il genio che c’è in ognuno di noi lavora per impadronirsi di quanto ha a disposizione.
Ciò che maggiormente mi stupisce, però, non è tanto questo, quanto il fatto che, se i modi per apprendere qualcosa possono essere molteplici, quelli per verificare l’apprendimento si riducono essenzialmente ad uno: il fare. Qualunque sia il modo in cui hai imparato a fare qualcosa hai un solo modo per dimostrare di averla imparata. Farla.
Si può dire che la bellezza dell’imparare sta sì nel possedere la conoscenza di qualcosa in modo universalmente riconosciuto, ma anche nel trovare sempre nuovi modi per apprenderla? Sarà questa l’eterna primavera di cui parlano i cinesi nel loro kung-fu?
Non so.
Staremo a vedere dove mi porterà questo ragionamento.

4 commenti:

  1. :-)) Ciao Stefano come è risaputo la teoria non basta.Mai!.

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    1. Ciao Cara! E' da un sacco che non ci scriviamo. Mi fa piacere risentirti! Le teoria non serve a nulla senza la pratica....questo vuol dire altra fatica!

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  2. Un post bellissimo.
    Non ci avevo mai pensato, eppure è qualcosa di semplicissimo.
    Fare per dimostrare...già...anche se spesso è difficile alla fine ci si riesce se la cosa imparata ci interessa davvero.

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    1. Eppure è proprio perché è così semplice che non ci riusciamo. Sembra assurdo, ma è così. E questo mi affascina.
      Grazie per le belle parole.

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