lunedì 30 dicembre 2013

natale


Natale, che periodo strano. Sono giorni essenzialmente fatti di ricordi, ma anche giorni di propositi e di progettazione personale. Natale è il momento in cui ognuno di noi (poco o tanto) decide e si trova fermo a guardare a quanto è stato e a pensare a quello che vorrebbe accadesse.

Per me il Natale è un periodo nel quale fermarsi a rivedere. E’ il momento perfetto per tirare le fila di tutto quanto e dare un bel giro di vite a tutto quello che è in piedi. Non mi ha mai chiesto nessuno, direttamente cosa è il Natale, ma ho sempre trovato persone che hanno in qualche modo cercato di trovare delle risposte sulla base di quanto vivevo io. Ovviamente non perché sia il guru del Natale, ma perché dal confronto si imparano tante cose (io faccio spesso così).

Non voglio stare qui a fare il filosofo, a cercare di spiegare o ragionare.

Mi piacerebbe soltanto che chi deciderà di leggere queste poche righe si impegni per un secondo a pensare a quanto è stato bello questo anno appena passato. Solo cinque minuti, tre minuti o anche meno se necessario. Ma spero solo che qualcuno decida di farlo.

Per il resto non posso fare altro che augurare a tutti un sereno Natale. Un Natale leggero dalle preoccupazioni, caldo di affetto.

mercoledì 11 dicembre 2013

autoproduzione

Quello che sto pensando in questi giorni è qualcosa di confuso e di davvero caotico.
Ho in mente un sacco di cose, come ultimamente mi capita con frequenza. Non sono, per fortuna, cose negative, ma sono comunque pensieri che affollano la mia mente. Sono idee, immagini ed ogni sorta possibile di ragionamento che nasce da qualsiasi tipo di stimolo e che si propaga senza sosta nella mia mente.
Non nascondo neanche che questo diffondersi non mi dispiace. Lo vedo finalmente come creazione di pensiero positivo e stimolante e chissà che non riesca a trovare il modo per autoprodurlo.
L’idea di possedere questa capacità mi elettrizza, perché mi metterebbe nelle condizioni di possedere le competenze per trasformare ciò che sto facendo in qualcosa di positivo, sempre. Mi darebbe la possibilità di filtrare quanto accade mantenendo ciò che di positivo esiste.
Sarebbe un nuovo punto di partenza incredibile che mi permetterebbe finalmente di trovare un nuovo punto di vista dal quale guardare le cose.
Non vorrei passare per quello bramoso di controllo, perché non è vero, ma per una volta mi piacerebbe passare per quello che sta provando a capire se si può davvero trarre il positivo da quanto si vive.

martedì 3 dicembre 2013

qualità

Cosa si intende quando si parla di qualità della vita?

E’ appena uscita dal mio ufficio una signora, avrà avuto almeno 78 anni. Vestita non dico di stracci, ma quasi. Aveva con sé un sorriso sincero che nascondeva a fatica la sdentata dentiera e mostrava da sotto la cuffia di lana due occhi rotondi e vispi.
Quando le ho chiesto di cosa avesse bisogno, mi ha messo davanti una specie di cartoncino plastificato sul quale c’era scritto che era una sordomuta sola e chiedeva di comprare alla cifra di pochi euro una specie di “dizionario” dei segni che aveva fatto lei e che, a prima vista, sembrava anche chiaro e semplice da usare.
Con questo sorriso sulla faccia aspettava che le facessi capire se sarebbe stata mia intenzione comprarlo o no. Nel momento in cui le ho fatto capire che non mi serviva quel dizionario perché non avevo nessuna necessità di conoscere il linguaggio dei segni, ma che ero comunque disposto a darle quei pochi euro quantomeno perché si potesse permettere un pasto, mi ha fatto subito capire che non li voleva; sempre sorridendo, mi ha fatto capire che non era lì per chiedere l’elemosina, ma per aiutare qualche sordomuto come lei ad essere capito da tutti.
Detto questo mi ha mandato un bacio con la mano e se ne è andata sorridente.
Non è questa la qualità di vita che tutti ci auguriamo?
Vi prego di analizzare la situazione in tutta la sua globalità.