domenica 20 marzo 2016

approccio

Ho in mente una frase che dice: "la vita è uno specchio, ti sorride se tu le sorridi".
Ci pensavo in questi giorni e credo che sia una verità molto importante.

In effetti si tratta proprio di una questione di approccio e dipende tutto da come si vive la quotidianità e da quello che ci mettiamo dentro.
L'approccio è qualcosa di fondamentale e distingue un essere umano da un altro. E' come il tocco per un chitarrista, ognuno ha il suo ed è personalizzato.

Quello che mi trovo spesso davanti è qualcuno che vive convinto di fare qualcosa che invece non sta facendo e, quando si trova di fronte alla realtà di una situazione che prima o poi viene fuori, dà la colpa del proprio non riuscire alla vita che è difficile.

Tantissime persone sono nella convinzione di vivere quando invece stanno soltanto sopravvivendo.

Fare qualcosa di veramente fatto bene, di qualsiasi cosa si tratti, non è per nulla semplice o banale. E' come quando arriva la mail di SPAM che ti dice clicca qui e guadagnerai 4000€ al mese con un lavoro part-time. Non è possibile.

E' l'approccio che fa la differenza.

Strimpellare non è suonare. Chi suona può strimpellare, chi strimpella non può suonare. Ripetere un esercizio mille volte facendo attenzione alla tecnica, al suono, al tocco, al volume, alla fluidità ed a legare bene i suoni è ben diverso da fare due accordi per suonare la canzone del sole.

Suonare ed essere convinti di farlo sono due cose ben diverse.

raccontacelo@gmail.com

4 commenti:

  1. Il fatto è che non è facile distinguere da dentro se stiamo suonando o se stiamo strimpellando. E non è facile neppure credere agli altri se ce lo fanno notare. D'altronde a chi potremmo mai riservare il diritto di poterci dire che non stiamo vivendo o che non lo stiamo facendo comunque nel modo giusto?
    Purtroppo, o per fortuna, impariamo a vivere anche prima sopravvivendo e basta.
    Anche io per tanti anni credevo di star vivendo e poi mi sono accorta che ero semplicemente dentro una gabbia d'oro, carina per quel tempo, per carità, ma una gabbia sempre gabbia resta (e qui sto parafrasando anche un po' Tiziano ^.^). Deve succedere qualcosa, forse semplicemente ascoltare qualcuno che sta SUONANDO per capire la differenza del nostro semplice STRIMPELLARE.
    Ci pensa la vita, alla fine. Nel frattempo cercheremo di farci scudo e di salvarci credendo che non è colpa nostra.

    Un abbraccione, sono contenta tu stia scrivendo così spesso ^.^

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    1. Ciao! Ti ringrazio per il commento sempre preziosissimo.
      Hai perfettamente centrato il punto! Come fare a capire? E' vero. Ci pensa la vita, però rimane il fatto che la vita ti sorride se tu le sorridi. Quello che ho notato è che ci vuole comunque un orientamento a voler capire che ti spinga sempre più ad indagare la quotidianità per trovare ciò che è meglio.
      Quello che mi lascia sempre un po' perplesso è che molti si accontentano del primo parere, spesso di quel parere che ti dà ragione o che non ti fa fare fatica. Sono poche le persone disponibili a sentire tutte le campane e ad analizzarne le sfaccettature.
      Una semplice curiosità è quella che ti spingerebbe, ad esempio, a chiederti se la musica che stai sentendo è l'unica che esiste o se ne esiste qualche altra. La voglia di approfondire potrebbe aiutarti a chiederti se quello che senti è l'unico musicista o se ce ne sono altri.
      Dico questo perché io, come tutti, sono cresciuto col mito del lupo cattivo, ma "finchè ascoltiamo solo cappuccetto rosso il lupo sarà sempre cattivo" cit.

      Un abbraccio anche a te!

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  2. Penso che capirlo si origini innanzitutto dalla domanda
    "chiedimi se sono felice", tanto x citare un film..
    La musica appunto, essendo fluida, non puo' dare intoppi all'ascolto.
    Se una persona si rende conto di suonare note di malessere, significa che non e' musica fluida.
    C'e' anche musica in via di creazione..
    l'importante e' capire se..
    quelle 4 note messe finora in fila, se ci piacciono o non ci convincono.
    Non sono musicista, ne autrice, ma suppongo che un testo musicale si crei cosi',
    un po' come "l'appetito vien mangiando"
    piu' note in armonia tra loro metti, piu' senti che quella e' la strada x un nuovo e completo spartito.
    Almeno cosi' credo..
    e io credo molto.

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  3. E' vero quanto dici. Scrivere una canzone è un po' "l'appetito vien mangiando". E' un po' come le ciliegie che dicono che una tira l'altra..ma è la base che deve essere solida. Non si può creare nulla, però, senza il giusto approccio e senza la conoscenza.
    Grazie ancora.

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