martedì 23 aprile 2013

il modo giusto

Lungo periodo di stop nella pubblicazione. La scorsa settimana ho saltato quello che è diventato per me il giorno di pubblicazione per preferirne uno diverso a causa di un pensiero che avevo desiderio di condividere senza poter aspettare il canonico martedì.
Oggi riprendo la “regolare pubblicazione” cercando di riflettere sul fatto che per quanto un’azione venga considerata complessa, difficile, impossibile o come di solito siamo abituati a definire qualcosa che non si riesce a fare, ci sarà sempre qualcuno che la farà con una semplicità disarmante.
Fino ad ora ho capito che se si vuole imparare a fare qualcosa semplicemente bisogna allenarsi fino al punto che diventa automatica. Il problema che si pone subito in quel momento è che bisogna allenare nel modo corretto, se no diventa automatico qualcosa di sbagliato. Come fare per evitare questo?
Non ho una risposta a questa domanda, ma un’altra domanda. Vi siete mai accorti da una sensazione che avete appena fatto qualcosa di giusto? Mi spiego: avete mai provato quella sensazione che di solito è immediatamente successiva al compimento di un’azione corretta che molti definiscono come la lampadina che si accende? Il famoso eureka?
Può essere questa la vera prova del nove, l’unico modo per rendersi conto se un’azione fatta è giusta? Il tutto ovviamente è da vedere in una situazione “normale” (sempre che alla parola “normale” si possa dare un significato universalmente riconducibile a qualcosa) perché immagino che Hitler abbia provato la medesima sensazione nel momento in cui ha avuto l’idea dei campi di concentramento…
In sostanza, oggi, vorrei soffermarmi a riflettere non tanto sulla modalità che permette di arrivare alla lampadina che si accende, quanto su quell’attimo in cui ci si rende conto. La consapevolezza è quello che rende le persone forti e rilassate. Si cresce più velocemente se si conoscono i propri limiti, perché si riesce ad intervenire più rapidamente ed intelligentemente su di essi.
Posso considerare questa consapevolezza il punto di partenza per l’allenamento delle mie potenzialità? Posso, quindi, considerare questo punto di partenza il modo corretto di allenarmi?
raccontacelo@gmail.com

2 commenti:

  1. Ciao Stefano molto intricata la tua riflessione, ma sono domande che in molti si pongono,ha me hanno che quando fai una cosa giusta o no lo senti nella pancia,per esperienza posso dire che è così,una cosa giusta ti fa sempre sentire in armonia con tutto e tutti, se è sbagliata te ne accorgi subito qualcosa ti infastidisce.
    La consapevolezza è tutto, e se Hitler fosse stato consapevole di sé avrebbe avuto paura di se stesso,ma questo è un altro lungo discorso.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sono d'accordo con te. Ci si accorge immediatamente di quello che si è fatto. E la sensazione che si prova, di solito, non inganna mai.
      Bisogna trovare il modo di allenarsi a fare sì che questa sensazione si produca il più spesso possibile..ma forse, adesso, mi sto davvero arrampicando sugli specchi.

      Elimina