In questo periodo ho avuto modo di pensare molto ad un sacco
di cose.
Ho, però, dedicato una buona parte di temo a ragionare sulla
modalità che abbiamo di imparare e sono rimasto sorpreso da come portiamo a
termine questo procedimento.
Esistono moltissimi modi per imparare qualcosa, qualcuno
migliore di qualcun altro, qualcuno più veloce di qualcun altro, ma comunque
tutti utili. Tutti partono da un condizionamento che ci mette di fronte ad una
novità e, da lì, il genio che c’è in ognuno di noi lavora per impadronirsi di
quanto ha a disposizione.
Ciò che maggiormente mi stupisce, però, non è tanto questo,
quanto il fatto che, se i modi per apprendere qualcosa possono essere
molteplici, quelli per verificare l’apprendimento si riducono essenzialmente ad
uno: il fare. Qualunque sia il modo in cui hai imparato a fare qualcosa hai un
solo modo per dimostrare di averla imparata. Farla.
Si può dire che la bellezza dell’imparare sta sì nel
possedere la conoscenza di qualcosa in modo universalmente riconosciuto, ma
anche nel trovare sempre nuovi modi per apprenderla? Sarà questa l’eterna
primavera di cui parlano i cinesi nel loro kung-fu?
Non so.
Staremo a vedere dove mi porterà questo ragionamento.